Ricevo dall'Age il seguente comunicato stampa in merito alla sentenza della Corte europea per i diritti umani in merito alla presenza del crocifisso (con la c minuscola per me, perchè la croce è un simbolo, non è Gesù!) nelle aule scolastiche: "Il Crocifisso non è in contraddizione con la libertà di educazione dei figli.
Laicità non significa assenza di simboli religiosi, ma capacità di accoglierli e di sostenerli
La sentenza della Corte europea per i diritti umani, che ha deliberato in questi giorni l’inammissibilità della presenza del Crocifisso nella aule scolastiche, fondando la decisione sull'argomento che “ogni simbolo religioso cui venga dato rilievo in un’istituzione pubblica rappresenta un attentato alla libertà religiosa e per quel che concerne la scuola alla libertà di educazione", appare inaccettabile, in primo luogo per non tener conto del significato non soltanto religioso ma, più ampiamente, spirituale e culturale, del simbolo in questione.
In attesa di conoscere tutte le esplicite motivazioni della sentenza, e di procedere ai doverosi approfondimenti, l'Associazione Italiana Genitori Onlus desidera ribadire, nel frangente, l'idea che la democrazia è spazio di tutti, non "spazio di nessuno". La democrazia è luogo della parola e della libertà, o luogo del silenzio, in nome di un presunto rispetto? È giusto che la libertà di qualcuno si opponga alla libertà di qualcun altro, e quindi conduca ad una finta tolleranza imperniata sulla censura? Poiché tutti i simboli religiosi sarebbero offensivi, dovremmo rimuoverli tutti, qualsiasi religione esprimano?
Laicità non significa assenza di simboli religiosi, ma, al contrario, capacità di accoglierli e di sostenerli. Il Crocifisso non è in contraddizione con la libertà di scelta e di educazione dei figli. Ogni genitore, credente o non credente, sa che proporre ai giovani testimonianze di vita buona, di coerenza ed umiltà, è essenziale per l'educazione di buoni cittadini, aperti al dialogo e all'incontro.
Insieme a tanti milioni di cittadini, i membri dell'A.Ge. non possono accettare l’eliminazione del Crocifisso in nome di una presunta violazione della libertà delle coscienze: tale importante segno della cristianità, infatti, ha rappresentato un motivo di unione, di accoglienza,di amore di Dio per tutta l’umanità. Il Cristo in croce supera persino il Cristianesimo, e incontra tanti "poveri cristi", anche quelli che cristiani non sono.
Invitano alla riflessione le parole della scrittrice Natalia Ginzburg, che ebbe a scrivere: “Il Crocifisso fa parte della storia del mondo. Per i cattolici, Gesù Cristo è il figlio di Dio. Per i non cattolici, può essere semplicemente l’immagine di uno che è stato venduto, tradito, martoriato ed è morto sulla croce per amore di Dio e del prossimo”.
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