Ricevo e posto, da un mio carissimo amico
( giovanevecchio), le seguenti riflessioni in merito al grembiulino a scuola...
Grembiule SI o NO
Karl Popper: “La libertà è più importante dell’uguaglianza”..
Curiosa proposta quella di tornare a far indossare obbligatoriamente il grembiule agli alunni delle scuole elementari. Una proposta cui, di primo acchito, si è tentati di rispondere facendo spallucce o con una battuta sarcastica. Ovvero, al contrario, ci si può ingenuamente domandare: perché no? In fondo, il grembiule toglierebbe alle mamme e ai papà tanti affanni mattutini legati alle interminabili discussioni con i propri figli/e sulla scelta dei vestiti; e poi, sai che sollievo - facile da lavare e da stirare, insomma: una vera benedizione! Subito dopo però, nasce la curiosità di capire perché mai alcune persone si siano prese la briga di avanzare pubblicamente tale proposta (di legge!) rischiando il ridicolo su un tema che pareva ormai relegato fra gli orpelli del passato. Riflettendoci, sono arrivato alla conclusione che, in realtà, dietro l’apparente innocuità della proposta si cela una perniciosa volontà normalizzatrice. In quest’ottica, il grembiule assume una funzione omologante che mira a cancellare le differenze in nome di una sciagurata uniformità estetica. Si potrebbe obiettare che l’omologazione dei gusti già esiste e che oggi anche i bambini più piccoli vestono tutti gli stessi jeans e la stessa t-shirt con la “linguaccia”. E’ un’obiezione che ha un suo fondamento e che meriterebbe di essere analizzata più in profondità. Tuttavia, in questa sede, mi limito a far notare che essa trascura un aspetto fondamentale che va sotto il nome di libera scelta. Il modo di vestirsi si è infatti storicamente caricato di valenze simboliche che attengono alla libertà di esprimere la propria individualità e la propria identità; un portato sociale che non può essere vanificato con un colpo di spugna (sia pure ex lege). Insomma, il grembiule (magari nero e con le strisce bianche cucite sulla manica per identificare la classe di appartenenza, così come si usava fare negli anni ’50 e ’60) diviene, nella logica dei proponenti, uno strumento per rimettere ordine in una realtà vissuta come eccessivamente complessa e disordinata. In questo senso, la scuola, soprattutto quella dell’infanzia, è un terreno d’azione privilegiato perché consente di lavorare su una “materia” ancora molto malleabile. Vuoi mettere una bella e tranquillizzante classe di bambini vestiti tutti allo stesso modo versus l’insopportabile spettacolo di un paio di decine di piccoli individui vestiti ognuno come gli pare! Il tutto, in nome di un malinteso criterio di uguaglianza, che dovrebbe riguardare esclusivamente pari opportunità e pari diritti e non già appiattimento dei comportamenti. Sarà un caso, ma la proposta di reintroduzione obbligatoria del grembiule - targata AN – richiama le coreografiche parate dei giovani e giovanissimi aderenti all’Opera Nazionale Balilla che l’allora segretario nazionale del partito fascista, Achille Starace, organizzava a metà degli anni ’30 per dare pubblica rappresentanza al nuovo tipo antropologico del “giovane fascista” forgiato da una ferrea disciplina ed emendato dall’individualismo e dal ribellismo; emendato dalla libertà di pensare. Va detto, per equità di giudizio, che nel medesimo periodo storico, non molto dissimili si presentavano i metodi educativi adottati nella patria del “sol dell’avvenire”. Ma i bambini non hanno bisogno di divise! Ogni singolo bambino deve essere messo in condizione di sviluppare al meglio le proprie attitudini e le proprie qualità, sperimentando al contempo buone tecniche di socializzazione (e ve ne sono) volte a sviluppare un corretto senso di appartenenza al gruppo, che pure è importante per l’equilibrio psico-fisico dei bambini. Fortunatamente, e concludo, la proposta di legge regionale urgente presentata da una consigliera regionale della Lombardia è rimasta finora lettera morta, segno che sono ancora vivi quegli anticorpi che consentono di evitare la reiterazione degli errori del passato. Errare è umano …!
Grazie per il tuo prezioso contributo. Come sempre sai fare, le tue parole donano nuove piste di riflessione.
RispondiEliminaUn caloroso abbraccio.