In risposta alle molte parole parole parole di una riunione di ieri sera, alla pesantezza delle idee che non riuscivano a farsi strada tra i pregiudizi e i preconcetti di chi a vario titolo in-segna o educa, voglio dedicare il testo che segue di Carol Ann Tomlinson, ricordando che ciò che davvero fa la differenza, a scuola e nella vita, è avere una "vision" e una "mission" ben chiara e dedicarvisi....ben sapendo che nessuna tecnologia, nessun mezzo didattico o metodologia può sostituire la relazione con i bambini, i ragazzi, i genitori e i colleghi! Allora mi prendo un attimo di pausa e con calma rifletto cercando di dare le risposte alle domande che seguono!
SONO UN RAGAZZO
Sono un ragazzo.
Vengo a te, mio insegnante.
Ti porto un sussurro.
Riesci a udirne la poesia?
Sono un ragazzo.
Vengo a te, mio insegnante.
Mi dirai cosa pensare,
o mi mostrerai come farlo?
Mi insegnerai le risposte oppure la magia del porre buone domande?
Sono un ragazzo.
Vengo a te, o mio insegnante.
Apprendere sarà solo fare le cose in modo giusto o fare cose giuste?
Una questione di piacere o di dovere?
Sono un ragazzo.
Vengo a te, o mio insegnante.
Cosa conterà di più per te - la mia anima o i miei voti?
Sono un ragazzo.
Vengo a te, o mio insegnante.
Puoi insegnarmi a tracciare il mio cammino personale,
o mi indirizzerai su binari precostituiti?
Sono un ragazzo.
Vengo a te, o mio insegnante.
Ti lascerò cavalcando i miei punti di forza
o dopo aver inciampato nei miei punti deboli?
Sono un ragazzo.
Vengo a te, o mio insegnate.
Ti porto tutto ciò che sono,
tutto ciò che posso diventare.
Ti rendi conto di quanta fiducia ripongo in te?
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