mercoledì 6 gennaio 2010

Epifania: il viaggio come metafora


“Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo di re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: “Dove è il re dei giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti per adorarlo”.[…] Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra”.
(Mt 2,1-12)
[Giotto, Epifania, Cappella degli Scrovegni, Padova ]

In forza di questo incontro può accadere che la nostra scociocultura, quell’identità sociale che ci ha sostenuti nel nostro processo di crescita, si riveli all’improvviso un idolo, una falsa immagine di Dio che credevamo di venerare. L’Epifania di Betleem rivela, infatti, sempre un “vero Dio” più povero ed essenziale di quello immaginato, ripropone sempre una mediazione in qualche modo stravolgente gli usati paramenti del rapporto con la Verità. in questo senso la grande lezione dei Magi risiede nel loro corale riconoscimento del segno, nel “non stupirsi” di incontrare Dio nei panni di un bambino povero e inerme, accettando il rischio della novità, dell’inusuale, dell’incerto, e quindi del “possibile”……. In realtà, l’adorazione del bambino nella mangiatoia, prima che vera “epifania” di Dio, appare piuttosto disvelamento degli idoli nascosti nel cuore dell’uomo. Perciò l’incontro tra i Magi, figura di confronto fra gli uomini di culture diverse, di norma genera l’urgenza etica di rompere quelli che Fromm chiamava “i legami incestuosi” con la terra e l’etnia, per affrontare il confronto sempre nuovo con responsabilità personale e collettive, con soluzioni da inventare o riscoprire insieme agli altri. Il confronto interculturale, come il viaggio dei Magi, porta sempre con sé il rischio di una possibile morte delle antiche e tranquille certezze collettive: ma nelle complicate situazioni interculturali e trans-culturali di oggi questo è il rischio minimo che ogni uomo adulto deve correre. La vocazione dei Magi costituisce oggi la vocazione di ciascuno di noi”.


( da: “Il viaggio come metafora pedagogica” di M.T. Moscato. Editrice la scuola. Pag194-195)

Buona Epifania a tutti i lettori del blog!

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