sabato 21 aprile 2007

...tra venti anni....


" Tra venti anni non sarete delusi delle cose che avete fatto ma di quelle che non avete fatto".

Mark Twain


Mi ha fatto molto riflettere questa citazione.

Rivisitando molte delle esperienze della mia vita, guardandole bene in volto e nel cuore, ascoltando da loro storia narrata tra immagini, a volte sfuocate e a volte ancora vivide (persone, eventi, suggestioni, immagini, ogni esperienza sia positiva sia negativa), come non apprezzare il profondo messaggio della citazione di Twain!

Ed eccomi ancora all'età di passa cinquant'anni a mettermi alla prova accettando la sfida di questo blog, a chiedermi il senso del vivere, della gioia, della sofferenza e, per le persone che mi hanno lasciato, il senso del loro incontrarmi.

I "miei alunni" i loro volti di oggi e di ieri, le loro passioni ed interessi che mi tengono così agganciata alla contemporaneità, supportata dall'esperienza dei miei vissuti, la loro esuberenza e a volte saggezza genuina della spontaneità, pensieri divergenti che illuminano le scelte...lasciarmi portare dalle loro suggestioni ed emozioni, impoverirmi consapevolmente del mio sapere e valutare, per dare spazio alla loro vita, senza sovrappormi all'eventualità dei loro errori , anche se genereranno sofferenza.

Ed eccomi allora ad aprire il blog anche alle loro voci, alle loro esigenze e richieste.

Sto invitando i genitori dei miei alunni a scrivere sul blog, mentre i bambini, in classe, hanno avviato un'indagine sull'uso del grembiulino o meno e sul perchè di tale indumento a scuola... E cosa ne sta venendo fuori! A presto posterò gli esiti della loro ricerca.


Tra vent'anni, questi "miei alunni" di oggi saranno cittadini del tempo e delle città!


Come desidero che possano, anche per le piccole cose, affermare: " non siamo delusi delle cose che abbiamo fatto!"


Ciao bambini e bambini della scuola primaria di Brembate e, grazie per il vostro esserci!

(Maestra Maria Grazia)

martedì 17 aprile 2007

Progetto di Legge n. 006 (Ferretto S.) del 04-05-2005

PROGETTO DI LEGGE n. 006
del 04/05/2005 di iniziativa del Consigliere SILVIA FERRETTO CLEMENTI


INCENTIVI PER L’ADOZIONE NELLA REGIONE LOMBARDIA DELL’ABBIGLIAMENTO SCOLASTICO UNIFORME

RELAZIONE
E’ noto poi come una pubblicità sempre più aggressiva e condizionante induca ormai, anche nei bambini. E’ noto come le famiglie che hanno figli che frequentano le scuole dell’obbligo debbano sostenere, oltre alle spese necessarie per la didattica, i trasporti e la mensa, anche l’onere di un abbigliamento adeguato ad un ambiente di studio, ma anche di gioco e di vita in comune, che ne comporta spesso un deterioramento ed un usura precoce. E’ noto poi come una pubblicità sempre più aggressiva e condizionante induca ormai, anche nei bambini, bisogni artificiali, basati sulla creazione di comportamenti e desideri emulativi, se non addirittura di un vero e proprio condizionamento a seguire le “mode”, tanto da indurre anche i più piccoli a sopportare disagi o frustrazioni da “mancanza” di quella tipologia d’abbigliamento o di quella specifica griffe con conseguente aggravio per i bilanci familiari.
La scuola, specie quella dell’obbligo, dovrebbe svolgere invece, anche in questo settore, un ruolo educativo importante, di sostanziale contrasto al consumismo, un ruolo educativo tendente alla creazione, al contrario, di un senso di appartenenza comune alla medesima realtà scolastica senza differenziazioni basate sulle capacità economiche, con l’ulteriore risultato positivo della contestuale creazione di un ambiente scolastico il più possibile sobrio ed ordinato. Al raggiungimento di tale risultato può certamente aiutare l’adozione da parte delle scuole dell’obbligo della nostra Regione di un regolamento che preveda l’adozione, in ambiente scolastico, di un abbigliamento uniforme. L’adozione, dunque, della divisa o del semplice e tradizionale grembiule, è vista in quest’ottica, nel suo aspetto positivo di abbigliamento pratico, stimolante lo spirito di coesione e di gruppo e, al tempo stesso, meno gravoso dal punto di vista economico per le famiglie.
Un’iniziativa, secondo un’indagine effettuata qualche mese fa da un quotidiano nazionale, a favore della quale si schiererebbero ben il 79% degli interessati.
Con la presente proposta di legge, si intende dunque incentivare l’adozione di un abbigliamento scolastico uniforme da parte delle scuole della nostra Regione, mediante la predisposizione di un meccanismo premiante nel rispetto dell’indipendenza e dell’autonomia scolastica.

INCENTIVI PER L’ADOZIONE NELLA REGIONE LOMBARDIA DELL’ABBIGLIAMENTO SCOLASTICO UNIFORME

Art.1 Finalità

1. Considerata l’utilità sociale e la funzione educativa di un abbigliamento scolastico improntato alla praticità, al decoro, alla sobrietà e all’uniformità di immagine, la Regione Lombardia intende incentivare l’adozione, da parte delle scuole pubbliche e private aventi sede nel territorio regionale, di un regolamento che preveda un abbigliamento uniforme per i bambini frequentanti la scuola dell’obbligo, secondo gli standard predisposti da ogni singolo Istituto nel rispetto della propria autonomia.

Art. 2 Incentivi

1. Per le finalità di cui all’articolo precedente, l’adozione di tale regolamento da parte di un Istituto scolastico pubblico o privato avente sede nel territorio della Lombardia, rientra tra le priorità tenute in considerazione dalla Regione per il riparto dei contributi a qualsiasi titolo erogati dalla Regione Lombardia in base alle leggi vigenti.

Art. 3 Dichiarazione d’urgenza

La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell’articolo 43 dello Statuto regionale ed entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione.

domenica 15 aprile 2007

Primavera


Sono veramente le sfumature che donno vita ai colori!
Il ciliegio di casa mia è fiorito! Una danza rosa tra gradazioni di novelle foglie verdi, tutti fiori uguali ma nel contempo diversi, incanto di sfumature.... I fiori danzano acarezzati del vento leggero e già caldo e i petali con immensa grazia lasciano il ramo madre per adagiarsi a terra... Vita !!!

sabato 14 aprile 2007

...voto No, No e No!!! (altra e-mail ricevuta)


...oddio...pensiero uno: certi politici-o vpresunti tali- non c'hanno proprio un caiser da fare!!!pensiero due: il grembiule è un mezzo veloce e facile per risovlere o cercare di farlo un problema che risiede solo nell'educazione, nell'insegnamento, nella trasmissione di conoscenza valori e nozioni che -mi pare- sia l'importante ruolo dell'insegnante oltre che del genitore.pensiero tre: dopoa verli messi davanti alla tv per ore, davanti a pc e altri mille paliativi, ora il germbiule per farli sentire tutti uguali...e vabbè, la prossima sarà il cartellino con nome nazione preferenze da mostrare agli altri per non perdere l'identità??pensiero quattro: condivido tristezza, scoramento, e pensieri dell'amica ...basterebbe vedere i figli dei clienti ikea di ogni giorno per rendersi conto di quanto sia pressochè assente l'idea che ai figli si possono passare valori insegnamenti educazione e altro, e non solo i propri soldi desideri irrealizzati manie di grandezza atc....

voto NO, NO e NO!!!non siamo tutti uguali. ma proprio per niente. neanche da bambini....e grazie a dio

...da una e-mail ricevuta


cari amici, ho letto il contenuto della proposta e le vostre controdeduzioni. L'argomento e' interessante e merita approfondimento....Mi viene in mente una situazione che, pero', non c'entra nulla con la scuola. Penso alla attivita' dei Volontari in una organizzazione come ad esempio la Croce Rossa. In questo caso la divisa ha funzioni anche di rappresentanza e riconoscibilita' verso il mondo esterno: le donne e gli uomini che indossano la divisa hanno la necessita' di farsi riconoscere dai passanti e dai cittadini: la divisa "parla" e dice: "Siamo NOI i soccorritori! Fateci lavorare, grazie!". Consapevoli di questa utile funzione della divisa, noi soccorritori ci sentiamo "protetti" da questa, e la indossiamo anche per appagarci da un sentimento di appartenenza ad un gruppo, che ci da sensazioni emotive e morali oltre che utilita' pratica e operativa. Ovvio: la scuola e' un ambiente diverso. Gli alunni non devono USCIRE dall'aula scolastica per fare SERVIZIO alla popolazione esterna. Devono rimanere in classe per imparare. Pero' potrebbero avere il bisogno di percepire una piu forte e solidale APPARTENENZA ad un gruppo... il gruppo che sta studiando e imparando insieme. Non so dirvi se sono favorevole alla divisa o meno a scuola, credo che presenti dei pro e dei contro. Certamente l'ideale e' che ciascun vestito (colorato, diverso, fantasioso, LIBERO) contribuisca a costruire l'immagine di una comunita' di uomini diversi ma solidali. L'uguaglianza-fotocopia non e' un valore da propugnare e difendere, perche' e' anche fuori dalla realta', quindi e' giusto che rimanga archiviato fra gli astrusi artifici delle ideologie. La parita' di OPPORTUNITA' deve sostituirsi a quell'ideale (ancora fortemente radicato fra molte mentalita') della uguaglianza integrale che appiattisce e mortifica. Per risolvere il problema degli abiti firmati e costosi occorrerebbe che gli insegnanti convocassero le mamme e facessero una lezione a LORO, in separata sede e in assenza dei figli.... perche' il problema sono le mamme a generarlo.... Se si riuscisse a educare le mamme fanatiche della griffe e sensibilizzarle ad una delicatezza verso coloro che non possono permettersi spese per abiti costosi, educarle a non discriminare o osservare piu' del dovuto queste cose, allora gli alunni potrebbero benissimo venire a scuola vestiti con i loro personali colori.
C'e' poi la questione del VELO delle ragazze musulmane... anche quello merita una attenta e costruttiva discussione... So che lo state gia' affrontando, mi immagino. Parliamone.... ciao a tutti,

martedì 10 aprile 2007

...ma con quale scusa??

I "grembiuli", le "divise", come già se ne parlava qualche giorno fa, sono nelle nostre teste; nel senso che di fatto non servono a niente e a nessuno: hanno forse una sola "utilità pratica" (come qualcuno da me interpellato rispetto a questo dilemma mi ha riferito): nel senso che col grembiulino si sporcano meno gli indumenti (ecco la unica vera utilità: MENO CONSUMO DI DETERSIVO, quindi MENO CONSUMO ENERGETICO, quindi MENO INQUINAMENTO E MENO SPRECHI: questo dal mio punto di vista l'unico motivo "serio" al quale appellarsi per richiederne la re-introduzione, e non certo motivazioni che dietro falsi moralismi e dietro una falsa ricerca di cancellare (che in realtà è un nascondere!) le diversità in realtà non fanno altro che rimarcarle...
... Spero si colga l'ironia con la quale ho cercato e ricercato un qualcosa al quale appigliarsi - se proprio dobbiamo - per chi, nostalgico per non dire altro, brama il ritorno a una cosa che per fortuna in mezzo ai tanti errori e strascichi del passato siamo riusciti a lasciarci alle spalle.

sabato 7 aprile 2007

A scuola con il grembiule?

Se è vero, come vuole la saggezza popolare, che "l'abito non fa il monaco", sembra altrettanto giusto affermare che "il grembiule non fa la scuola". Nella scuola dove insegno (primaria) sta nascendo un dibattito, dalle tinte accese, sulla possibilità d'introdurre l'impiego del desueto indumento: "per rendere la scuola più ordinata - priva di elementi di discriminazione sociale, tra chi può permettersi abiti firmati e chi no - per avere più attenzione al profitto!!!..."
La cosa certa, al di là di ogni pensiero personale, sta il fatto che una scuola pibblica non possa imporre l'uso di una "divisa", a meno che non sia in grado di fornirla gratuitamente ai ragazzi e che ogni decisione va concordata con i genitori.
Cito M. Rita Parsi (neuropsichiatra infantile) che così si esprime sull'argomento..."L'importante è che la proposta non si basi su una volontà d'irrigidimento e che le famiglie insieme alle scuola non dimentichino di assicurare ai figli una divisa d'amore, ovvero rispetto, comprensione, ascolto ed educazione".

Vi invito ad intervenire su questo dilemma: "grembiule sì, grembiule no, perchè...". Potrete aiutarmi nel constatare in quali suole ancora vige la divisa, in quali no e le motivazioni sottese a tale scelta.
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